Google Maps consente l’esplorazione virtuale del Sistema Solare grazie alle immagini della sonda Cassini


 

Tutti abbiamo usato Google Maps per trovare il percorso più breve dal punto A al punto B, avete usato questo strumento di mappatura anche per dare un’ occhiata alle caratteristiche geografiche o ai luoghi che speriamo di visitare un giorno. In un’ epoca in cui la tecnologia digitale permette il telelavoro e persino la telepresenza, è bello fare tour virtuali dei luoghi che non riusciamo mai a vedere di persona.

Ma ora Google Maps sta usando la sua tecnologia per consentire l’ esplorazione virtuale di qualcosa di molto più grande: il Sistema Solare! Grazie alle immagini fornite dalla sonda Cassini dei pianeti e delle lune che ha studiato durante la sua missione ventennale, Google permette ora agli utenti di esplorare luoghi come Venere, Mercurio, Marte, Europa, Ganimede, Titano e altre destinazioni lontane che non possiamo visitare in questo momento.

Come Google Earth usa le immagini satellitari per creare rappresentazioni 3D del nostro pianeta, questo nuovo strumento di Google Maps si basa sulle oltre 500.000 immagini scattate da Cassini mentre attraversava il sistema solare. Questa sonda ha recentemente concluso la sua missione di 20 anni, 13 dei quali sono stati spesi in orbita di Saturno e studiando il suo sistema di lune, schiantandosi nell’ atmosfera di Saturno.

Dopo il lancio dalla Terra il 15 ottobre 1997, Cassini condusse un volo su Venere,prima di raggiungere il Sistema Saturno, dove avrebbe iniziato a studiare il gigante del gas e le sue lune, Cassini condusse anche un flyby di Giove – scattando immagini delle sue lune, anelli e Grande Spot Rosso.

Quando raggiunse Saturno nel luglio del 2004, Cassini andò a studiare il pianeta e le sue grandi lune – in particolare Titano ed Encelado. Nei 13 anni e 76 giorni, la sonda fornirà immagini mozzafiato e dati sensoriali su anelli, atmosfera e tempeste polari di Saturno e rivelerà cose sulla superficie di Titano mai viste prima (come i laghi metanici, il ciclo idrologico e le caratteristiche superficiali).

Encelado ha anche rivelato alcune cose sorprendenti su questa luna ghiacciata. Oltre a rilevare una tenue atmosfera di vapore acqueo ionizzato e le misteriose “strisce di tigre” di Encelado, la sonda ha anche rilevato getti d’ acqua e molecole organiche che eruttano dalla regione polare meridionale della luna. Questi getti, fu in seguito determinato, erano indicativi di un caldo oceano d’ acqua profonda all’ interno della luna, e forse anche la vita!

È interessante notare che la missione Cassini originale era stata pianificata per una durata di quattro anni solo dopo aver raggiunto Saturno – da giugno 2004 a maggio 2008. Ma alla fine di questa corsa, la missione è stata estesa con la missione Cassini Equinox, che doveva essere portata avanti fino a settembre 2010. È stata prolungata una seconda volta con la Missione del Solstizio Cassini, che è durata fino al 15 settembre 2017, quando la sonda è caduta nell’ atmosfera di Saturno.

Grazie a tutte le immagini scattate da questa missione di lunga durata, Google Maps è ora in grado di offrire visite esplorative di 16 corpi celesti nel Sistema Solare – 12 dei quali sono nuovi al sito. Questi includono la Terra, la Luna, Mercurio, Venere, Marte, Plutone, Plutone, Cerere, Io, Europa, Ganimede, Mimas, Encelado, Dione, Rea, Titano, Iapetus e (disponibile dal luglio 2017) la Stazione Spaziale Internazionale.

Questo ultimo sviluppo si basa anche su diverse estensioni che Google ha rilasciato nel corso degli anni. Tra questi, Google Moon, uscito il 20 luglio 2005, coincide con il 36° anniversario dello sbarco dell’ Apollo 11 Moon Landing. Poi Google Sky (introdotto nel 2007), che ha utilizzato le fotografie scattate dal telescopio spaziale Hubble per creare una mappa virtuale dell’ universo visibile.

Poi c’ è stato Google Mars, il risultato di uno sforzo di collaborazione tra gli scienziati di Google e della NASA presso la Mars Space Flight Facility, rilasciato nel 2011, un anno prima che il rover Curiosity atterrò sul Pianeta Rosso. Questo strumento si basava sui dati raccolti dal Global Surveyor Mars e dalle missioni Mars Odyssey per creare mappe del terreno 3D ad alta risoluzione che includevano montagne.

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In un’ era di Internet ad alta velocità e telecomunicazioni, usare internet per esplorare virtualmente i molti pianeti e corpi del sistema solare è realtà. Soprattutto quando si considera che anche i piani più ambiziosi per condurre il turismo a Marte o la Luna non sono in grado di portare frutti per molti anni, e costano tantissimo.

Questo concetto, spesso chiamato “telespezione“, coinvolgerebbe missioni robotiche in viaggio verso altri pianeti e persino sistemi stellari. Le informazioni che raccolgono sarebbero poi rimandate sulla Terra per creare un’ esperienza virtuale

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